Avvia il tuo percorso imprenditoriale: la guida completa all’apertura della Partita IVA
In Italia, per avviare la propria attività professionale e imprenditoriale bisogna necessariamente aprire la partita IVA. Districarsi in questo mondo non è semplice, specialmente quando si è all’inizio, vediamo dunque insieme come aprire partita IVA senza commettere errori. All’inizio della propria attività lavorativa potrebbe non essere immediatamente necessario aprire partita IVA, ma procedere con le prestazioni di lavoro occasionale. Si tratta di un’attività ottima per approcciarsi al mondo del lavoro, ma ha i suoi dovuti limiti. Ad esempio, non è possibile aprire un e-commerce e rilasciare ricevuta per prestazione occasionale, perché lo shop online è aperto 24 ore su 24 ed è sempre attivo (anche se non genera vendite tutti i giorni). Inoltre, non è possibile fare pubblicità alla propria attività né online né con i classici volantini o biglietti da visita. Ci sono poi anche dei limiti economici, che sono di 5000€ lordi. In tutti gli altri casi è quindi necessario aprire P.IVA.
La partita IVA è una sequenza numerica di 11 cifre in grado di identificare in maniera univoca un soggetto che esercita una determinata attività. Il termine IVA è l’acronimo di imposizione fiscale indiretta e, tutti i paesi dell’Unione Europea, prima della sequenza numerica, o alfanumerica, è presente la sigla del proprio Stato di appartenenza. Quindi IT per l’Italia, ES per la Spagna, DE per la Germania e via dicendo.
Apertura Partita IVA: a chi rivolgersi, scelta del regime fiscale
Per aprire la P.IVA ci sono due strade da seguire. Per le attività professionali bisogna compilare e inviare il modulo di richiesta di apertura della Partita Iva all’agenzia dell’entrate. Le attività commerciali e di tipo artigianale devono invece inviare il modulo Comunica che serve a segnalare anche la registrazione alla camera di commercio e all’INPS (in alcuni casi anche all’Inail). Fatto ciò, si otterrà il proprio numero di partita IVA. Solitamente, per questi passaggi, ci si rivolge a un commercialista che può avere un suo studio fisico nella vostra città o seguirvi direttamente online. La parcella del commercialista rientra tra i costi fissi della partita IVA e dipende dal tipo di professionista scelta. I costi variabili della partita IVA riguardano invece l’importo delle tasse e dei contributi previdenziali da pagare.
Una valida alternativa al tradizionale commercialista è sicuramente l’utilizzo di uno dei numerosi software per la gestione della partita IVA. Questie piattaforme infatti, offrono un approccio più economico e accessibile per gli imprenditori che cercano di avviare un’attività in proprio. Utilizzando tali software, è possibile compilare in modo guidato e accurato tutti i documenti necessari per la registrazione fiscale, senza dover dipendere da un professionista esterno. Inoltre, molti di questi programmi incorporano aggiornamenti sulle leggi fiscali, offrono assistenza automatizzata per le imposte e consentono di tenere traccia delle scadenze fiscali in modo efficiente. Tuttavia, è importante notare che la scelta tra un commercialista e un software dipenderà dalla complessità della situazione finanziaria e fiscale dell’individuo o dell’azienda. Alcuni potrebbero preferire la consulenza personalizzata di un commercialista per situazioni più intricate, ma per situazioni più semplici, i software per l’apertura della partita IVA rappresentano una valida alternativa economica e pratica.
Bisogna poi scegliere il regime fiscale della partita IVA, che serve proprio a capire quante e quali tasse pagare e come gestire la contabilità dell’attività economica. I regimi fiscali tra cui scegliere sono due: regime forfettario e regime ordinario.
Il regime forfettario è nato per andare incontro a chi sta aprendo una nuova attività e per supportare chi aveva già un’attività, ma con entrate ridotte. In questo caso, le aliquote di imposta sono piuttosto basse e i costi sono determinati in maniera forfettaria, in più non viene applicata l’IVA. Dal momento che sono presenti tutte queste agevolazioni, ogni anno bisogna verificare se si rispettano determinati requisiti per potervi accedere.
Il regime ordinario prevede il pagamento dell’IRPEF tramite scaglioni di reddito e parte da un minimo del 23%, che poi va ad aumentare in base ai guadagni dichiarati. Questo regime, però, a differenza di quello forfettario, consente di scaricare (mostrando opportuna ricevuta o fattura) i costi relativi alla propria attività, come acquisto di prodotti e servizi.
Ogni professionista ha le proprie esigenze, ma il regime forfettario è sicuramente più conveniente per chi si sta affacciando per la prima volta al mondo del lavoro o sta iniziando una nuova attività. Il regime ordinario conviene invece di più ha chi ha molte spese per la propria attività e per chi ha delle entrate economiche abbastanza alte.
Come aprire la partita IVA: codice ATECO e cassa previdenziale
Un elemento fondamentale della partita IVA è il codice ATECO (ATtività ECOnomiche), che serve a classificare il tipo di attività che verrà svolta dal soggetto. Il codice va inserito anch’esso nel modulo di apertura della partita IVA menzionato in precedenza. Si possono avere più codici ATECO, ma è meglio selezionarne 2, i più specifici per le proprie attività. Il Codice ATECO consente di assegnare il coefficiente di redditività nel regime forfettario e di determinare la cassa previdenziale alla quale versare i contributi.
I professionisti che hanno una cassa previdenziale privata (ad esempio avvocati e psicologi) versano i contributi a quella determinata cassa. I professionisti che non hanno una cassa previdenziale, invece, versano i contributi alla Gestione Separata INPS, calcolati in percentuale in base ai guadagni dichiarati. I commercianti e gli artigiani, invece, versano i contributi alle loro casse che sono gestite dall’INPS.